A febbraio Berlusconi ha accusato gli insegnanti della scuola pubblica di corrompere i giovani studenti (come Socrate, quale onore) inculcando loro valori diversi da quelli trasmessi dalle famiglie.
Ora un gruppo di parlamentari del PdL, guidati dall'onorevole Carlucci, che lo scorso febbraio ha presentato una proposta di legge con la quale chiedeva l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'imparzialità dei libri di testo scolastici, ha aperto un dibattito in cui accusa i libri di storia di «indottrinamento ideologico», anche a fini elettorali, e gettano fango sul Premier e sulle forze di Governo. E chi sceglie i libri di testo in un Paese in cui (ancora) la libertà di insegnamento è sancita dalla Costituzione? Gli insegnanti, almeno finora.
Perché tutto questo accanimento?
Sicuramente ha ragione l'europarlamentare del Pd, Debora Serracchiani, nel definire operazioni come questa ''un altro artificio per alzare cortine fumogene mentre in Parlamento si fanno gli interessi di Berlusconi''.
Eppure non posso fare a meno di pensare che questa ostilità continuata restituisca, suo malgrado, agli insegnanti almeno un po' della dignità e dell'orgoglio che da tempo sono messi a dura prova.
Insomma, mi viene da pensare: vuoi vedere che 'sti professori fanno un po' paura?
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