martedì 5 aprile 2011

Loredana Lipperini, autrice di Ancora dalla parte delle bambine, riportava giorni fa sul suo blog
http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2011/03/31/ali-e-stivali/  un articolo di Maria Novella De Luca per Repubblica sulle bambine, su come ancora e sempre l’educazione delle femmine riproponga un modello di donna subalterno e tradizionale.

L'articolo cita i vari oggetti, rigorosamente rosa, che costituiscono l'arredo delle camerette, tutto "il sexy mondo delle bambole Winx, i trucchi e gli smalti per apparire donne formato baby, i cellulari con le custodie confetto,e collane di libri dove le eroine femminili possono tutto, sì, purché siano però seduttive, bellissime."
Mi permetto di aggiungere un particolare raccapricciante: la ricostruzione delle unghie! Sono un'insegnante di scuola media e tutti i giorni in classe vedo volteggiare mani ancora infantili di ragazzine dagli 11 ai 13 anni con inquietanti unghie finte decorate in stile drug queen. In ogni classe poi, c'è l'esperta della situazione che organizza a casa sua sedute di ricostruzione delle unghie per le amichette.
E vorrei tanto poter condividere il fiducioso pensiero di Maria Rita Parsi, che "il tentativo di rimettere le donne nei ruoli tradizionali è costante e non tramonta, ma queste ragazzine sono più colte, più sicure": al di là della conferma che sì, è vero, le mie alunne studiano e s'impegnano più dei maschi, parlare di cultura, ahimè, nella scuola italiana di oggi, in quella dell'obbligo poi... Ma questa, me ne rendo conto, è un'altra (dolente) storia.

3 commenti:

  1. Parlare di cultura sarà difficile, ma è comunque tua responsabilità dato che sei un'insegnante. Se poi tu sei la prima a essere pessimista sulle tue alunne (unghie decorate o meno non è da questo che si giudica una persona, credo tu condivida) bè allora...siamo messi male.
    Comunque è drag queen, non drug.

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  2. Poi che l'"adultizzazione" dei minori sia un problema, bè su questo sono d'accordo.

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  3. Le unghie decorate delle ragazzine non costituiscono certo un parametro di giudizio nei loro confronti, sono soltanto un elemento (ripeto, raccapricciante) in più nell'armamentario della sexy baby donna. Il mio pessimismo, ahimè, riguarda non tanto le dodicenni, quanto i loro genitori, le loro madri, che dovrebbero, loro sì, essere adulti, avere un minimo di spirito critico ed esercitare una funzione educativa a cui da tempo hanno rinunciato (per lasciarla tutta intera alla scuola).
    P.S.:grazie per la segnalazione dello "svarione" drug invece di drag. Ah... a proposito: si scrive be' oppure beh, non bè.

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